Il grande Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Istar della terra desolata di Cfinir, uno degli ultimi sette saggi: Puvvurur, Ganer, Astafanirghecusar, Usust e Ghanir, colui che era, colui che è stato e colui che sempre sarà – ciuciachì e ciucialà – , colui il quale ha inseguito e sconfitto i demoni Sem- che adesso vagano per il mondo domandandosi: ma nùn chi sèm?-, colui il quale è sceso tra le acque sacre del lago Fstgnur, tra le ninfe Pfnigherans, e lì ha assaggiato il mitico cibo degli dei (la piadèina), colui il quale ha amato le mille dee, tra cui la dea Berta (la dea dalla gamba aperta), colui il quale ha visto i mille draghi alati: Gazis, Urar, Pamir e Farem, colui il quale ha visto tra le nebbie di Kvnisir le mille alghe pelose di Gososar, Faram, Bazim, Durum e Parragahertz, colui il quale ha visto i mille demoni alati tra le nuvole di Bznir scendere dal cielo inferociti e distruggere i popoli di Kromb, Curril e Fastanell, colui il quale può leggere nel presente, nel passato e anche nel congiuntivo!